mercoledì 30 aprile 2008

Panini al sesamo e papavero per Luca e Sabry





Sto scrivendo su word perché Internet mi ha abbandonato e a dire il vero mi sento un po’ orfana.

Prego non ridere.

Allora ho telefonato a Luca, amico di mio figlio e per me un altro figlio, e gli ho chiesto ospitalità a casa sua appunto per collegarmi alla rete.

Lui e Sabry sono gli amici di una vita di Simone e Valentina (quelli ai quali avevo portato i grissini e lo strudel) e fanno festa qualunque cosa io porti loro in dono.

Ho pensato, una bassa scusa, che non potevo arrivare a loro a mani vuote e così in quattro e quattr’otto (si fa per dire) col mio amico mixer ho impastato questi panini che non ho assaggiato perché li ho appena sfornati ed è tardi, quasi ora di andare a dormire.

La ricetta originaria prevedeva solo farina 00 ma io, spirito perverso, l’ho mescolata con Manitoba e patate liofilizzate per purea.

Non chiacchiero più altrimenti si fa notte davvero.

Tempo di preparazione: 30’ più il tempo della lievitazione

Costo: basso

Difficoltà: **

Ingredienti

250 gr di farina 00
250 gr di Manitoba
2 cucchiai rasi di liofilizzato per purè istantaneo
12/15 gr di lievito di birra
1 cucchiaino abbondante da the di sale fine

4 cucchiai di olio
30 gr di semi di papavero
30 gr di semi di sesamo

Mescolare nel mixer per pochi secondi le farine, i 2 cucchiai rasi di preparato per purea e il sale.

Precedentemente si sarà fatto sciogliere il lievito in acqua appena tiepida più un mezzo cucchiaino di zucchero. Lasciar riposare per almeno 10’.

Quando il lievito si sarà ben sciolto aggiungo nello stesso contenitore 4 cucchiai di olio extravergine di oliva, mescolo con cura e aggiungo alle farine con il mixer in funzione.

Aggiungo ora, a filo, acqua ben calda fin quando si forma una palla morbida.

La estraggo dal robot, lavoro quindi la pasta ottenuta per qualche minuto , incido a croce, ungo la superficie con olio, sigillo con pellicola trasparente e copro con una coperta .

Quando il panetto sarà raddoppiato di volume lo sgonfio a pugno chiuso, lo rilavoro brevemente e lo divido in due parti.

Ad una aggiungo il sesamo e all’altra i semi di papavero.

Rilavoro bene i due panetti, ci vorrà un momento, fin quando tutti i semi saranno ben amalgamati alla pasta.


Non bisogna perdere le speranze perché dopo un po’ il miracolo succede.


Staccare dei piccoli pezzi tutti più o meno della stessa dimensione, dando loro una forma regolare e adagiarli in una teglia rettangolare foderata con carta da forno.

Con un pennellessa da cucina, bagnare leggermente ogni panino e cospargere con i semi relativi all’impasto.

Far lievitare ancora per almeno 45’ e infornare in forno preriscaldato a 200° e poi portato subito a 180° per non più di 30’.

E poi ditemi!!!!!



lunedì 28 aprile 2008

Muffin dolci alle zucchine




Avevo fatto una promessa.

Volevo preparare una cosina speciale e ho passato un po’ di tempo a cercare ricette senza che nessuna mi convincesse.

Poi, appena mi è capitato sott’occhio questa, ho capito che era quella giusta.

Un dolce leggero, morbido, un po’ insolito da dedicare ad una persona delicata e sensibile: così immagino Anna.

A lei è destinato con la mia simpatia!!

Adesso poche storie, vado alla descrizione e all’esecuzione della ricetta.

Tempo di preparazione: 30’ e altrettanti di cottura.

Costo: basso

Difficoltà: *

Ingredienti

150 di zucchine grattugiate
3 uova intere
200 gr di farina 00
1 bustina di lievito
150 gr di zucchero
150 gr di burro
eventualmente burro e farina per stampi non in silicone

In una scodella a bordi alti mettere il burro ben ammorbidito (eventualmente dare un colpetto col microonde) e lo zucchero.

Con le fruste elettriche mescolare i due ingredienti e mescolare fin quando non si ottiene un composto ben montato.

Devo confessare che ho tradito il mio adorato mixer per inaugurare le fruste elettriche che languivano nell’armadio della cucina.

Separare i tuorli dagli albumi e montare a neve ben ferma questi ultimi.

Aggiungere i tuorli al composto zucchero-burro.

Alla farina aggiungere il lievito, mescolare bene e aggiungere il tutto al composto amalgamando con cura.

Aggiungere quindi le zucchine, in questo caso la zucchina in quanto, per caso, pesava esattamente 150 gr. precedentemente grattugiata con una grattugia a fori grossi.

Mescolare bene tutti gli ingredienti e aggiungere i bianchi montati a neve fermissima.

Il movimento con cui si aggiungono le chiare deve essere fatte dal basso verso l’alto e dolcemente.

Versare il composto a cucchiaiate in stampi di silicone o in altri contenitori da muffin imburrati e infarinati.

Infornare in forno preriscaldato e ventilato a 170°/180° per circa 30’.

Cara Anna spero che ti piacciano!!!!

domenica 27 aprile 2008

Piccoli cakes salati al gusto di porri e carote





Quando ho visto questa ricetta e letto gli ingredienti ho controllato subito in frigo: avevo carote e porri anche se la ricetta originale suggeriva l’utilizzo di cipolle normali.

Avevo giusto il tempo di preparali prima di andare da mia figlia Valentina ma mi dovevo dare una mossa.

Le mie cavie solite hanno, successivamente, testato e ampiamente approvato questi mini cakes, per cui propongo questa preparazione sicura della riuscita e soprattutto della bontà di questa sorta di muffins che si possono servire come antipasti o come spezzafame.

Eventualmente si può diminuire la quantità di burro ma perderebbe di friabilità.

O altrimenti si può fare come spesso raccomando: mangiarne un pochino di meno di quanto la voglia suggerirebbe.

Tempo di preparazione: 20’ più 15’/20’ di cottura. La lievitazione può richiedere circa 1 ora.

Costo: basso

Difficoltà:*

Ingredienti:

400 gr di carote
2 porri
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
un ricciolo di burro
la buccia di 1/2 limone non trattato
200 gr di farina 00
1 bustina di lievito
2 uova
100 gr di burro
1 cucchiaino di di zucchero
3 cucchiai di mandorle tagliate a lamelle

Cuocere in acqua leggermente salata le carote precedentemente, lavate, raschiate e ridotte in dadolata per 5’.

Nel frattempo far appassire a fuoco basso, in un tegame antiaderente, con 4 cucchiai di olio e un ricciolo di burro, i porri mondati delle code dure, lavati e affettati finemente.

Non devono colorire.

Lavare e asciugare il limone che non deve essere trattato , quindi grattugiarne la scorza.

In una scodella versare con lo spargifarina la farina a cui sarà stata aggiunta la bustina del lievito che richeda lievitazione. In casa avevo solo quello.

Eventualmente provare con quello istantaneo così i tempi si possono accorciare notevolmente.

In un’altra scodella mescolare il burro morbido (precedente sciolto un attimo nel microonde) con lo zucchero, il sale, il pepe, le uova aggiunte una per volta ed infine la farina setacciata.

Mescolare con cura ed aggiungere infine la dadolata di carote ben sgocciolata, il soffritto di porri e la buccia grattugiata del mezzo limone.

Distribuire il composto ottenuto in pirottini o stampi da muffins o anche in contenitori più grandi del diametro di 8/10 cm. avendo cura di imburrare e infarinare ciò che non è in silicone , riempiendoli per non più della metà e cospargendoli di scaglie di mandorle o, in mancanza, tagliandole e filetti ( è un po’ una rogna, ma ne vale la pena).

Farli lievitare: per accelerare l’operazione mettere i pirottini in forno caldo acceso preventivamente a 50° e poi spento.

Quando appaiono lievitati infornarli in forno caldo a 170° per circa 15’ circa.

Servirli tiepidi o freddi.

E poi ditemi!!!!

Li ho mangiati circa 2 giorni dopo averli preparati: erano ancora perfetti.






Muffins al cioccolato senza farina



Prima di accingermi a scrivere questo post sono andata a rinfrescarmi la memoria.

Sono andata a mangiarne un altro pezzo giusto per poter descrivere meglio questo dolce.

Quando lo si gusta ci si può chiedere: è un cioccolatino? O una mosse più solida del solito con quell’accenno di leggera croccantezza dovuta alla cottura?

Non mi rimane che descrivere la ricetta, raccomandando di mangiare leggero la sera prima e anche il giorni dopo.

Ha un gusto opulento , morbido: vale la pena di farlo di tanto in tanto.

Non ricordo da dove proviene questa ricetta, forse risale ancora al tempo in cui le ricette trovate su Internet o estrapolate da libri me le copiavo per non impazzire dopo nella ricerca.

Poche storie ora dico tutto!!

Tempo di preparazione: 30’ più 20/30’ di cottura

Costo: medio

Difficoltà: *

Ingredienti:

280 gr di cioccolato fondente o metà fondente e metà al latte
230 gr burro
4 uova
100 gr di zucchero
150 gr di panna fresca

Mettere nel microonde una scodella di plastica o di porcellana contenente il burro, la panna e il cioccolato a pezzi

Azionare a potenza media per 3’ , eventualmente controllare e ripetere.

In un’altra scodella sbattere con una frusta le uova e lo zucchero quindi aggiungere il composto ottenuto alla scodella contenente il resto degli ingredienti.

Mescolare ancora per qualche minuto con la frusta e accuratamente onde ottenere una crema fluida e senza grumi.

Versare quindi in stampi da creme caramel imburrati e infarinati.

Non ho usato la carta da forno per evitare, viste le dimensioni del contenitore antiestetiche increspature.

Infornare in forno preriscaldato e ventilato a 170° per 20’/30’.

Coprire per i primi minuti i vari contenitori ricoperti con un foglio di alluminio affinché i muffins si cuociano troppo in fretta in superficie rispetto al resto.

Far raffreddare completamente prima di sformarli e, al momento di servirli, cospargerli di zucchero a velo.

Si conservano a lungo, eventualmente sistemati in una scatola di latta.

venerdì 25 aprile 2008

Le acciughe al verde alla moda di Mammazan



Sono tanti i piatti tipici piemontesi che rappresentano l’eccellenza della cucina di questa regione.

Alcuni sono molto noti come ad esempio gli agnolotti, i ravioli del “plin” una sorta di raviolino piccolo piccolo e chiuso con un pizzico, appunto il “plin”.

Nelle gastronomie sono tra i più cari a causa della minuta lavorazione.

E che dire del brasato al barolo, dei bolliti preparati con le carni pregiate, del fritto misto che è un trionfo della gastronomia piemontese e che da solo rappresenta un pasto completo composto com'è da carni, verdure di ogni tipo.

Perfino gli amaretti, il semolino dolce, le mele, lo zabaione fanno parte dell’allegra brigata.

Ci sono perfino le bas de soie che sono una sorta di zampetti piccoli di maiale , bolliti e poi impanati e fritti.

Pregherei le amiche di blog che ne sanno qualcosa più di me di farne cenno.

Io ne ho solo sentito parlare.

Ma qui desidero parlare di un meraviglioso antipasto che compare sempre sulle nostre tavole e cioè delle acciughe al verde.

Ci sono anche quelle con il bagnetto rosso ma non conosco la ricetta.

Tempo di preparazione: 40' più il tempo della marinatura

Costo : medio

Difficoltà: *

Ingredienti

Acciughe sotto sale circa 50 gr a testa
un bel ciuffo di prezzemolo
aglio
olio q.b.
latte q.b.
sale se necessario

Per preparare questo semplice piatto bisogna saper dosare bene gli ingredienti che accompagnano le acciughe e la marinatura delle stesse.

I metodi di preparazione sono diversi, ma io procedo in questo modo.

Intanto le acciughe sotto sale devono essere di buona qualità, quindi quelle migliori sono abbastanza costose.

Le migliori sono le acciughe spagnole e sono appunto le più care.

La pezzatura deve essere piccola altrimenti possono essere sarde. E il gusto non è lo stesso.

Vanno lavate bene sotto l’acqua corrente onde eliminare il sale e vanno poi sistemate in un contenitore anche di plastica che le contenda di misura e ricoperte di latte.

Il latte ha la funzione di assorbire il sale e di idratare le acciughe donando loro un bella morbidezza senza intaccare la loro consistenza.

Vanno tenute a bagno almeno 2 ore ma io le tengo immerse nel latte, cambiandolo anche un paio di volte, anche per 8/10 ore.

Trascorso questo tempo, sgocciolare le acciughe asciugarle bene con carta da cucina, dividerle a filetti eliminando la lisca e, se ci fosse ancora, qualche spina.

Accomodarle in un piatto di portata e ricoprirle, strato per strato con una salsa ottenuta frullando prezzemolo ben lavato e centrifugato con 1 spicchio d’aglio (basta per 1etto di acciughe), un po’ di sale e olio extravergine di oliva fino ad ottenere una crema fluida e molto fine.

Se non si vuole avere un alito da leoni non esagerare con l’aglio, ne basta uno spicchio abbastanza grande o 2 piccoli eliminando, se si usa aglio vecchio, la parte centrale.

Le acciughe così preparate ci conservano a lungo in frigo se ne rimangono però!!

Mio genero piemontese doc della provincia di Cuneo, mi dice che le mie acciughe sono perfette preparate in questo modo e se lo dice lui……

giovedì 24 aprile 2008

Carciofi alla calabrese





Questa è la preparazione di un contorno che ho sempre cucinato.

Non ricordo da dove sia venuta fuori questa ricetta e la propongo sperando di fare cosa gradita e affrettandomi a farlo poiché i carciofi stanno per finire ed io ho avuto la fortuna di trovarli così belli e così piccoli ad un prezzo abbordabile.
Adoro i carciofi : sono belli, con aspetto elegante e versatili in cucina.

Infatti si possono preparare in 1000 modi ma in questo caso li avevo acquistati al mercato di Pinerolo espressamente per metterli sott'olio.

Credo di essere solo io in famiglia a prendermi il mal di pancia di prepararli e poi regalarli per cui gli occhietti che brillano sono parecchi compresi quelli di mia madre la quale pur essendo tonda come una quaglia ha, alcune volte, il bisogno di qualcosa che le "stuzzichi" l'appetito.




Per la preparazione sott'olio rimando ad un vecchio post.
Abbiate pazienza, cercatelo perché non ho ancora imparato a fare i rimandi. ma tanto per invogliare a farlo pubblico la foto di un barattolino.

Ora con tre chili di carciofini piccolissimi, li avevo scelti appositamente così, ho preparato 4 barattolini di queste dimensioni.

Erano carciofini sardi, piccoli appunto, di un bel colore violetto, tenerissimi e in questo caso poco costosi: 2 euro al chilo.

Non devono costare di più altrimenti non ne vale la pena dato lo scarto.

Quelli un po' più grossi sono finiti in padella , ma ci ho messo poco a prepararli.

Sarà più lungo leggere la ricetta che cucinarli.

Tempo di preparazione: per 8/10 carciofi medio-piccoli tra la pulitura e la cottura 30'/40'.

Costo: basso

Difficoltà: *

Ingredienti:
Carciofi
Olio extravergine di oliva q.b.
pecorino
origano
pan grattato
sale e pepe

I carciofi vanno mondati eliminando le foglie più dure, parte del gambo e le sommità spinose.

In questo caso, essendo dei carciofini sardi non avevano le spine ed essendo piccoli e giovani (ultima fioritura) non avevano neppure la barbetta interna che, ove fosse presente, va eliminata.

Man mano che si preparano immergerli in acqua acidulata con succo di limone per evitare l'annerimento.

Mettere quindi sul fuoco un tegame antiaderente con olio extravergine di oliva, e versarvi i carciofi tagliati a pezzi .
I miei sono stati tagliati solo a metà e quelli un po' più grossi in quarti.

Aggiungere 3 o 4 spicchi medio-piccoli d'aglio tagliati a fettine non troppo sottili per essere facilmente individuabili, affinché non possano essere mangiati accidentalmente se non si desidera che venga compromessa la vostra vita sociale.

Salare e pepare con moderazione.

Dopo circa 15' dopo averli girati ripetutamente aggiungere a ormai fine cottura del pane grattato,
una spolverata di origano e del pecorino grattugiato.
Ho consigliato di salare con moderazione appunto prevedendo l'aggiunta del formaggio, di solito molto salato

Mescolare ancora un istante e portare in tavola.

Avevo detto che era facile, no??



































Diff




mercoledì 23 aprile 2008

Faraona arrosto alla moda di nonna Cecchina



Nonna Cecchina era mia suocera.

Donna in gamba. pochi soldi ma tanto buon senso.

7 figli, 6 tra generi e nuore, 6 nipoti.

Parlava poco ma quando lo faceva beh... lasciava il segno.

Andavamo a trovarla, mio marito e i miei figli, 2 volte all'anno e in quell'occasione la sua casa si riempiva di tutti gli altri figli, mogli e nipoti che venivano a trovarci, lei ci ospitava, e a farci festa.

Quando faceva bello veniva allestita in giardino una tavolata lunga, lunga, con tutte le cose buone che lei e sua figlia Adriana riuscivano a preparare.

Ricordo ancora il matterello lungo un metro e la sfoglia che faceva, grande quanto un mezz'ettaro con la bolla al centro per farle prendere "aria".

I cappelletti di magro, sì proprio di magro, perché in Romagna non usano la carne per il ripieno, ma il formaggio erano SUBLIMI.

Ricordo ancora la selva di bottiglie di Albana, bionda e profumata, e i salami lunghi quanto un
braccio e larghi in proporzione che, anche se tirati fuori quasi alla fine del pranzo, finivano in un battibaleno.

E ricordo anche le sere passate in casa, sempre con i miei cognati, quando dopo avere mangiato, mangiato e ben bevuto attaccavano a parlare di politica.

I toni diventavano roventi, le urla altissime, tanto che temevo arrivasse la polizia per veder se,per caso, scorresse del sangue.

In seguito ho pregato tutti di non parlare di politica perchè sarebbe stato meglio, tanto, anche con la migliore volontà, non si sarebbero mai trovati daccordo su nulla.

Ma..... torniamo alla faraona.

Mia suocera andava in perlustrazione presso le case dei vicini e conoscenti per acquistane un paio.

Mi ricordo di quella volta che tornò a casa con due esemplari da competizione.

Erano belle, grasse, grandi: due porcone.

Ragazze posso assicurare che quelle faraone avevano il rimmel sugli occhi.

Mia suocera le cucinava intere, poi.

La mia faraona, cucinata come le sue, è una sbiadita imitazione.

Le faraone non sono quelle, ovviamente e ciò che si trova in commercio è di allevamento.

Rassegnamoci, quindi!

Andiamo ora alla ricetta.

Tempo di preparazione e cottura circa 1 ora e 30'

Costo: medio (io l'ho pagata circa 8 euro al kilo ma può essere sufficiente per 4/5 persone).

Difficoltà: **

Ingredienti:

1 faraona del peso di 1 kg. circa
1/2 bicchiere d'olio extravergine
1/2 bicchiere di vino bianco secco
1 noce di burro
2 rametti di rosmarino
4 spicchi d'aglio
sale e pepeq.b.


Fare tagliare dal macellaio la faraona a metà, se siete capaci in seguito di porzionarla a casa.
Altrimenti fatela tagliare a pezzetti.

Consiglio in tal senso perché, almeno per me, è più comodo lavarla senza dover lavare pezzetto per pezzetto.

Asciugarla con cura e metterla a cuocere in olio e una noce di burro, che dà maggior profumo, con alcuni rametti di rosmarino e dell'aglio in camicia e intero, schiacciato con il palmo della mano o, leggermente, con un batticarne.


Quando la carne è rosolata versare del vino bianco a temperatura, salare e pepare e portare a fine cottura, aggiungendo se è il caso dell'acqua o un poco di brodo caldi.

Servire con verdure di stagione brasate: carciofi, biete insaporite in olio e aglio, purea ecc.

Non è un piatto difficile e la preparazione è quella che si può adottare per tutte le carni arrosto.

E' la faraona che è speciale anche se di allevamento.

E' magra, saporita, si può anche mangiare fredda volendo.

Con gli avanzi se ne rimane si può fare anche un'insalata con pezzetti di sedano, noci ecc.

E, come al solito: BUON APPETITO!!!!!











martedì 22 aprile 2008

Scrigni di colomba con cuore di cioccolato




Volevo preparare un dolcetto un po particolare per Valentina, che non va matta per i dolci e si fa per dire, ma va matta per il cioccolato.

M'è venuta sott'occhio questa ricetta, l'ho trovata interessante, e ora ve la propongo.
Devo dire che ho sempre snobbato quelle preparazioni che prevedono il riutilizzo di avanzi di panettoni o di colomba e spiego il perché.

La sera e solo la sera, la colomba o il panettone mi aspettano fedeli per essere mangiati: una sola ma bella fetta però.

Finito il periodo invernale andrò alla grande con il gelato e anche quello tutte le sere.

In questo caso però ne prendo una certa quantità, comunque una bella tazza, e ripongo subito la vaschetta in freezer, non si sa mai.

Per cui con le lacrime agli occhi ho preso la mia meravigliosa colomba della Maina, acquistata in offerta dopo Pasqua ( La Gran Nocciolata), ne ho asportato 2 etti giusto quelli che servivano per la preparazione e mi sono messa all'opera ed ecco quello che ne è venuto fuori.

Tempo di preparazione: circa 20' , cottura in forno circa 35'.

Costo:medio.

Difficoltà: *


Ingredienti:
200 gr. di colomba
2 uova
2 dl di latte
1/2cucchiaino di lievito vanigliato
50 gr- di farina 00
rum se piace
avanzi di cioccolato al latte o fondente
zucchero a velo o in alternativa caco in polvere




Si comincia usando una frusta ad amalgamare in una scodella le uova intere con il il latte.

La ricetta prevedeva l'aggiunta del rum.
Io lo avevo ma non ho OSATO usare il rum vecchio di 40 anni , ora 42, che avevano regalato a mio figlio in occasione della laurea. se lo si possiede va usato.

Si aggiunge qui di la farina addizionata al lievito facendola cadere, ben mescolata alla polvere lievitante, nella scodella.
Amalgamare con cura.

Con la frustina ci vorrà veramente un momento e mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo.

Aggiungere quindi la colomba tagliata a dadini di circa 2 cm. di lato, mescolare nuovamente questa volta usando una spatola o un cucchiaio e lasciare riposare per 15', affinché la colomba possa assorbire il liquido.

Prendere degli stampini da creme caramel e foderarlo con quadrati di carta da forno bagnata e strizzata, facendola aderire bene affinché non di formino troppe pieghe.

Per il composto che avevo a disposizione mi sono serviti 4 stampini.

Ora versare negli stampini un cucchiaio del composto, del cioccolato a pezzetti, altro strato di colomba ancora cioccolato, e completare con un terzo cucchiaio di colomba.
Infornare quindi gli stampini in forno caldo e ventilato a 175° per circa 25'.

Non aprire il forno durante la cottura.

Servire spolverizzato con zucchero a velo o cacao in polvere.













lunedì 21 aprile 2008

Piccole torri di purea con sorpresa






Ieri sera avevo a cena la mia Valentina e il suo ragazzo e volevo farle delle cose speciali, perché volevo farle brillare gli occhi.

Devo dire che è pronta ad assaggiare e testare le mie scorribande culinarie per cui ho il motivo di sfrenarmi un po'.

Ho letto questa ricetta su uno dei tanti giornali di cucina che girano in casa, ma io, come al solito, l'ho modificata un tantino e suggerirò tra breve delle piccole ma significative varianti , una delle quali mi è stata suggerita da Vale.

Questa ricetta è dedicata a tutte quelle ragazze o giovani e meno giovani spose, con voglia di cucinare, di fare cose buone e un tantino coreografiche e non angosciarsi per la mancanza di tempo.

Infatti, ho constatato che questo piatto si può preparare in due tempi. si assembla il tutto, sistemandolo negli stampini che poi si possono infornare circa 40' prima di andare in tavola.

Ma andiamo alla spiegazione.

Tempo di preparazione: circa 30' anche meno e 25'/30' per la cottura in forno

Costo: basso

Difficoltà: *

Ingredienti: per 3 persone

1 busta di preparato per purè istantaneo
40 gr di burro
50 gr di parmigiano grattugiato
1 uovo e 1 tuorlo
1 salamino del peso di 100 gr.
1 mozzarella


Ho usato, devo confessarlo, una preparazione per il purè istantaneo, ma, ovviamente, si può preparare la purea in modo tradizionale, mettendo le patate (1 kg.) tagliate a cubetti, a bollire in acqua salata e in questo caso bollente per 10'.

Vanno scolate, passate allo schiacciapatate, direttamente in una casseruola.

Aggiungere un quarto di litro di latte caldo un po' per volta, mescolando spesso e a fiamma bassa per pochi minuti.

Aggiungere quindi burro e parmigiano e noce moscata, poca.

Ma torniamo al mio purè istantaneo che va preparato seguendo le istruzioni stampate sulla confezione.
Io ho usato una sola busta sufficiente per 3 perone: noi eravamo in tre appunto.

Incorporare una noce di burro, il parmigiano, 1 uovo ed un tuorlo.

Ho quindi tagliato a fette e poi a dadini di salame non troppo stagionato e unirlo all'impasto.

VARIANTI: al salame si possono sostituire

Prosciutto cotto
Mortadella,
Rondelle di salsiccia fatte prima saltare in padella
Salame Ciauscolo che è un salume di nicchia e parecchio costoso dalla consistenza molto morbida.

Imburrare e cospargere di pangrattato 3 stampini di circa 10 cm di diametro.

Se ne avete di dimensioni minori non ha importanza: ne verranno in numero maggiore.

Riempire quindi gli stampini a metà con il purè disporre la mozzarella a pezzetti e il salame a striscette.


Coprire com altro purè,una spolverata di parmigiano e qualche fiocchetto di burro.

Infornare in forno preriscaldato a 180° per circa 20'.

Quando saranno tiepidi sformarli e decorarli come da foto.

Doverosa ed ultima annotazione.

Questo contorno o antipasto é ottimo anche il giorno dopo.

Infatti lo sto mangiando in questo momento, scaldato al microonde, mentre aspetto il caricamento delle immagini (stasera il pc va a criceti!).

Non ha perso nulla né di bontà, né di freschezza.

domenica 20 aprile 2008

Oggi è domenica: Cannelloni ai porri e taleggio



Avevo preparato questo primo piatto altre volte in passato e, visto che era piaciuto, e molto anche, lo propongo certa di far contente le amiche vegetariane.

Basta dare un'occhiata alla lista degli ingredienti per rendersi conto che è un piatto saporito, abbastanza leggero, moderatamente costoso.

E' tratto da un vecchio numero di Cucina Moderna e quello che mi aveva ispirato, oltre agli ingredienti era l'aspetto e il tempo di preparazione.

Ora l'aspetto dei miei cannelloni è piuttosto miserello rispetto al campione, per cui deduco che la foto sia stata fatta in altre condizioni.

Ma questo è il meno: nella ricetta era indicato come tempo di preparazione 20' più 25' di cottura.

Ora, e ci si potrà rendere conto in seguito, a meno che non si abbiano a disposizione più braccia, è materialmente impossibile in 20' lavare, tagliare i porri e metterli a cuocere.
Sbucciare le patate e mettere a cuocere anche quelle e poi passarle allo schiacciapate.
Preparare la bechamelle.
Scottare la pasta.
Assemblare i cannelloni.
Rispondere al telefono mentre i porri si bruciacchiano ed eliminare i residui anneriti.

Ma ora basta con le lamentele, care ragazze, prendiamoci il tempo che ci vuole e andiamo a preparare questo piatto che farà vi leccare i baffi fino alle orecchie come capita a mio genero.

Tempo di preparazione: 40' più 25' di cottura in forno

Costo: medio

Difficoltà: **

Ingredienti:
1 confezione di pasta fresca per lasagne (ho adoperato quelle di Nonna Amelia)
300 ml di latte
30 gr di burro
30gr di farina
2 patate medie
2 porri
300 gr di taleggio
60 gr di parmigiano grattugiato
60 gr di burro
olio extravergine di oliva
Noce moscata
sale, pepe



La ricetta da cui sono partita consiglia di mettere a cuocere le patate con la buccia in acqua fredda.

Io invece ho messo nella pentola a pressione il cestello per la cottura a vapore, sul fondo un bicchiere d'acqua e le patata tagliate a tocchetti.
Cottura 10'.

Nel frattempo eliminare le code dure dei porri, lavarli, tagliarli a rondelle fini e farli appassire in in tegame antiaderente con un ricciolo di burro.
Se si ha fretta e se la si ha a disposizione, usare la besciamella pronta ma io non la compro mai e allora la si può prepare anche in anticipo con 30 gr.di burro, 1 cucchiaio di farina e circa 300 ml di latte.
Salare moderatamente e pepare.

Raccomando di salare un pochino di meno tutti gli ingredienti altrimenti il piatto può risultare troppo saporito anche a causa del formaggio che di per sé è molto gustoso.

Quando i porri sono appassiti, prelevarne la metà e frullarli con la besciamella .

Le patate saranno ormai cotte.

Passarle allo schiacciapatate e far cadere il passato nel tegame contenente i porri avanzati; controllare di sale, aggiungere un poco di pepe e un grattatina di noce moscata.
Mescolare con cura, far insaporire qualche minuto.

Levare dal fuoco, fare intiepidire, aggiungere la metà del parmigiano e il taleggio a tocchetti.

Pensiamo ora alle lasagne.
Vanno fatte cuocere in acqua salata a cui sono stati aggiunti almeno 3 cucchiai di olio.
Far cuocere anche 3/4 sfoglie di pasta per volta per 3'.
Scolarle e adagiarle su un canovaccio da cucina.

A questo punto, per avere dei cannelloni tutti della stessa dimensione, piegare la sfoglia a metà nel senso della lunghezza e tagliarla con le forbici da cucina.

Ripiegare ancora i mezzi rettangoli e tagliarli ancora a metà.
Da una sfoglia otterremo così 4 rettangoli tutti uguali.

Siamo quasi alla fine!!

Su ogni rettangolo mettere un po' di ripieno e arrotolare, formando un cannellone.

Procedere fino ad esaurimento degli ingredienti sistemando man mano che sono farciti in una pirofila imburrata ed in un solo strato.

Velare la superficie con la besciamella, con il parmigiano rimasto e qualche fiocchetto di burro.

Infornare in forno preriscaldato e ventilato a 180° per circa 20'.
Per i primi 10' coprire la pirofila con un foglio di alluminio per evitare che i cannelloni si "abbronzino" troppo.

Vale la pena di preparali, sono veramente buoni.

Chiedo scusa per le foto: non sono una bellezza perchè sono state fatte veramente alla veloce, mentre i miei cari erano in tavola e rumoreggiavano vistosamente.

Ciao e alla prossima!!









sabato 19 aprile 2008

Pane ai fichi secchi con nocciole e uvetta




Mi ha colpita questa ricetta apparsa qualche tempo fa su Donna Moderna.

Come al solito, sono un tipo perverso, l'ho modificata, ho cambiato le dosi, aumentandole parecchio e ne ho fatto un quantitativo che basterebbe anche per i carabinieri a cavallo.

Dedico questa ricetta alla dolce, geniale, insuperabile Panettona che sembra apprezzare le mie paste lievitate.

La ricetta è facile, abbastanza economica e, come al solito, richiede un po' di pazienza a causa della lunga lievitazione che è la base della riuscita di codesti pani.

Tempo di preparazione: 1 ora tra la preparazione dell'impasto e la cottura.

Costo: medio

Difficoltà:**

Ingredienti:
350 gr. di farina di grano duro
350 gr. di farina 00
35 gr. di lievito
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaino da the di sale fine
80 gr. di nocciole spellate (io ne avevo solo 60 gr e ho raggiunto il peso con gherigli di noce)
100 gr di fichi secchi
100 gr di uva passa
1 dl di latte

Mettere a bagno nel latte tiepido il lievito di birra con l'aggiunta di poco zucchero.

Se si usa il lievito congelato, come faccio sempre io, metterlo in latte freddo.

Mescolare nel mixer le due farine e il cucchiaino da the di sale fine.

Aggiungere il lievito ormai sciolto, azionare ancora il robot per alcuni secondi, quindi aggiungere acqua ben calda ePOCA per volta fino ad ottenere un impasto MORBIDO.

Estrarre il panetto dal bicchiere del mixer lavorarlo alcuni minuti, dare la forma di una palla, inciderla a croce, ungerla leggermente con una pennellessa, coprire con pellicola da cucina e metterla a lievitare coperto con un plaid per almeno 2 ore.

Ultimamente ho sistemato la scodella che contiene la pasta che deve lievitare nel forno spento, ( comunque coperta con il plaid o quello che si ha a disposizione) così non sarà soggetta a sbalzi di temperatura.

Ora ci possiamo dedicare alla preparazione della" farcitura".

Tagliuzzare grossolanamente i fichi, io adopero le forbici da cucina, e metterli a bagno in acqua tiepida insieme all'uva passa.

Tritare anche, ma non molto, le nocciole.

Io, non avevo sufficienti nocciole e ho raggiunto il peso con qualche gheriglio di noce.

Quando la pasta sarà lievitata, sgonfiarla a pugno chiuso, stenderla un po' e aggiungere i fichi e l'uvetta sgocciolati , senza strizzarli eccessivamente e le nocciole.

Con pazienza rilavorare il tutto affinché la "farcitura" venga amalgamata perfettamente alla pasta di pane.

A questo punto formare varie pagnottelle, inciderle nuovamente a croce e farle lievitare ancora per almeno un'ora.

Se volete dare la forma di muffins giganti metteteli in ciotoline da forno di 11 cm. di diametro come ho fatto io, debitamente unte o foderate con carta da forno bagnata e strizzata.

Tutto questo procedimento potrà sembrare una rottura di scatole ma solo così la lievitazione sarà perfetta e il pane sarà soffice.

Trascorso questo tempo mettere il pane in forno preriscaldato a 180°e non ventilato per almeno 40'.

E come al solito BUON APPETITO!!!!!









venerdì 18 aprile 2008

T-mmen u kishmish u luss





Sono passati più di 30 anni, ma ricordo ancora il nome arabo di questo semplice piatto.

Ce lo preparava sempre il nostro cuoco Stephan, il migliore che la missione abbia mai avuto.

Io avevo il compito di dirigere le case della missione, organizzare i pranzi, controllare la servitù, fare acquisti e fare i conti oltre al mio lavoro di fotografa.

Concordavo con lui i menù di ogni giorno e spesso gli chiedevo di preparare questo piatto che io chiamavo riso iraqi e lui guarniva con uvetta e mandorle.

Il riso iraqi era poi riso pilaf ma allora che ne sapevo io di pilaf quando a casa mia andavo a tutta birra con orecchiette e cime di rapa.

Il riso locale era di una qualità piccolina, dall'aspetto miserrimo, che la donna che si occupava della lavanderia, puliva con pazienza da tutte le intrusioni e impurità.

Era di qualità eccellente comunque ed era buono anche il giorno dopo, felice accompagnamento di ogni pietanza.


E' un piatto veloce, economico e, presentato come propongo, di grande effetto.

Tempo di preparazione: 30' in tutto, forse anche meno.

Costo: basso.

Difficoltà: *

Ingredienti per 4 persone:

300 gr. di riso Superfino Arborio o riso da risotti.
(Doverosa precisazione. Il riso ideale sarebbe quello Basmati a chicco lungo che non necessita di risciacquo, come consigliato da Marcello Marchesi nella sua poderoso trattato culinario. Il nome del libro? Telefono a Valentina e poi ve lo dico)

1/2 cipolla
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
1/2 l. di brodo vegetale
una manciata di uvetta
una manciata di mandorle pelate
una busta piccola di patate chips


Si inizia sciacquando il riso sotto l'acqua corrente, per eliminare l'amido e mettendo a bagno l'uvetta.

Si fa soffriggere in olio, ma anche una noce di burro può andare bene, la cipolla tagliata sottilmente.
Quando è dorata, aggiungere il riso, mescolare con cura e aggiungere del brodo vegetale che copra il riso per non più di 2 cm. chiudere bene il tegame con un coperchio che sia di buona tenuta e infornare in forno a 180° per 10'/12'.

A questo punto, mentre il riso cuoce , insaporire, in un tegamino antiaderente velato da pochissimo burro prima l'uvetta a fuoco dolce girandola con un cucchiaio di legno : non deve assolutamente seccarsi né bruciacchiarsi.

Levare l'uvetta e nello stesso tegamino, senza aggiungere nulla, tanto sarà ancora unto, far insaporire le mandorle pelate (si trovano già pronte) ma, se avessero la buccia vanno scottate per qualche minuto in acqua ben calda e, appena sarà possibile maneggiarle, togliere la pellicina.

Sistemare ora il riso nel piatto di portata , decorare con una corona di patate chips (io le ho comprate pronte, ma Stephan le preparava lui) e sistemare l'uvetta e le mandorle come appare in foto.

Posso assicurare che il connubio dolce salato è ineguagliabile!!!!







giovedì 17 aprile 2008

Rucola, Oh yes!! La ricetta di Nonna Rosina



Ieri mi trovavo a Torino a casa di mia madre.
Per chi non lo sapesse, come potrebbe del resto?, mia madre è una splendida signora di quasi 84 anni.
Non è una bella donna ma una donna bella.

Lo è sempre stata e lo è ancora adesso con la sua collana d'ordinanza (ne ha una marea e....le usa tutte) curata nella persona, precisa, con TUTTE le cellule grigie che vanno alla grande.

Vi faccio un esempio: ieri appunto con un accenno di rimpianto negli occhi mi ha detto:" Sai l'altro giorno ho avuto la tentazione di acquistare le azioni dell'Alitalia che erano proprio giù.
Pensa il giorno dopo erano salite del 30%!!"

Ed io:" Ma non le hai comprate?"

Mi risponde:" Sai devo dare il bianco, non lei ovviamente, e non volevo rimanere senza soldi sul conto".
E poi con compiacimento tra se e sé si è detta:" Però Rosina funzioni ancora!!!"

Ma veniamo alla ricetta scritta man mano che mia madre me la dettava con precisione e che dedico a Cannelle e lei capirà perché!!

La propongo perché quando ho mangiato questa pasta me son fatta preparare 2 volte di fila, è buona , costo quasi zero, veloce e saporita.

Cosa si può prendere di più?


Tempo di preparazione : dipende dal tempo di cottura della pasta tra gli 8' e i 10'

Costo: bassissimo

Difficoltà: *

INGREDIENTI per 2 persone

80/100 gr di rucola
2 spicchi d'aglio
1 cucchiaio di pasta d'acciughe
qualche oliva, preferibilmente nera
1 cucchiaino di capperi sott'aceto
peperoncino se gradito, ma ci vorrebbe
4 cucchiai di olio extravergine di oliva
160/180 gr di spaghetti con cottura intorno agli 8 '

Le dosi sono per 2 persone.

Mettere subito sul fuoco l'acqua per la pasta.

Nel frattempo lavare velocemente la rucola anche se sul sacchetto dice che è pronta all'uso.

Preparare il soffritto.

In un tegame antiaderente soffriggere nell'olio ( 2 cucchiai a persona) i 2 spicchi d'aglio tagliati a fettine sottili.
Quando l'aglio diventa BIONDO aggiungere la pasta d'acciughe, del peperoncino, (mia madre lo mette sempre e dappertutto) olive, preferibilmente nere, (io ne ho messa qualcuna verde) e i capperi.
Se il soffritto dovesse asciugarsi aggiungere un poco di acqua della pasta.

Arrivata l'acqua della pasta a bollore versare gli spaghetti. Io penso che anche della pasta grossa possa andare bene ma mia madre consiglia degli spaghetti con cottura consigliata intorno agli 8'.

A metà cottura della pasta versare in pentola la rucola e mescolare bene.

Ora si usa versare la pasta nel tegame del soffritto facendolo insaporire un momento, ma lei, la grande Rosina preferisce versare la pasta nel piatto di portata e versare sopra il sughetto.

E voi fate come meglio preferite.

Noi non mettiamo formaggio ma anche qui vale la regola di cui sopra.
E come sempre BUON APPETITO!!!!!



Lo strudel di Mammazan

Prima della ricetta mia, personalissima, dello strudel desidero parlare un istante del tempo.

La settimana è cominciata maluccio.

Io dovevo terminare un mini trasloco e l'ho fatto sotto la pioggia con un ombrellino, l'unico che avevo in macchina, che se si decideva ad aprirsi lo faceva con un'aluccia spezzata.

Mi sono sentita una "profuga".

Martedì quando mi sono alzata, prestissimo ahimè, tutto era cambiato : il sole era sfolgorante.
Gli alberi ancora bagnati dalla pioggia scintillavano e tutto sembrava più bello.

Mi sono ricordata allora di una amica di blog (mi perdoni se in questo momento mi sfugge il nome) che aveva pubblicato delle foto di quello che le appariva dalla finestra della cucina.

Prendere la Canon e scaraventarmi sul balcone su cui si affaccia il soggiorno-cucina sono state due azioni simultanee.

E qui ne faccio omaggio agli amici che hanno la bontà di leggermi.




Di fronte le montagne al di là delle quali c'è la Francia e ruotando la testa di 45° il giardino.



E ora passiamo al tema del post.

Non sono un tipo da strudel ma mi piace mangiarlo quando me lo offrono anzi, alcune volte, mi sento un po' una fogna perché al dolce non so dire di no.

Avevo promesso a Sabry di portare, per il suo compleanno l'antipasto che poi è stato sostituito dai grissini e il dolce.

Ma dopo aver finito di preparare i grissini appunto, il tempo rimasto era poco e per di più ero rimasta senza latte. Avevo però della pasta sfoglia surgelata, le mele pure e quindi gli elementi principali per preparare uno strudel c'erano tutti.

E allora mi sono sbizzarrita tuffandomi nella dispensa e facendo l'inventario di tutto ciò che poteva servire.

La confezione di pasta sfoglia conteneva due rotoli e quindi ho preparato due strudel uno più semplice e uno un po' più ricco.

Tempo di preparazione : circa 30' più la cottura in forno che ha richiesto altri 30'

Costo: medio.

Difficoltà: *

Ingredienti:

2 rotoli di pasta sfoglia surgelata ( io ho usato quella della Buitoni)
2 mele delizia o renette , quello che si ha a disposizione.
100 gr. di uva passa gigante
1 manciata di amaretti medi
1 manciata di pinoli
1 manciata di mandorle o noci o nocciole a pezzetti
2 cucchiaiate di miele
2 cucchiaiate di marmellata di albicocche purchè chiara
3 mezze pesche sciroppate (io avevo quelle della Valfrutta)
3 torroncini piccoli e bianchi
2 quadretti di cioccolato circa 40 gr.
2 cucchiai di cedro candito, volendo anche arancio candito

Ho usato la pasta sfoglia congelata della Buitoni che richiedeva uno scongelamento, a temperatura ambiente, di almeno 2 ore.

Nel frattempo ho messo a bagno dell'uva passa gigante.

Perché gigante? E' semplice avevo solo quella, che tra l'altro costa il doppio dell'altra, ma è molto più bella.
Va bene anche quella piccola ovviamente.

Ho lavato e sbucciato 2 grosse mele delizia o quello che c'è in casa tagliandole a dadini piccoli, e mettendo il contenuto in una scodella che servirà per accogliere tutto il resto e cioè i 2 quadrotti di cioccolato al latte tagliato a scaglie, una manciata di pinoli, delle mandorle a fettine, ma anche noci o nocciole vanno bene, un paio di cucchiai di miele tanto per finire il barattolo, 2 cucchiai di marmellata di albicocche, una spolverata di zucchero e tutta l'uva passa strizzata e asciugata con carta da cucina.

Ho mescolato tutto bene e ho versato META' composto su uno dei due rotoli di pasta sfoglia, preventivamente leggermente spennellati di burro fuso e ricoperti da un sottile strato di amaretti frantumati con le mani tanto per fare prima .



Ho arrotolato lo strudel inumidendo il bordo di chiusura con poca acqua, adoperando il dito inumidito e ho sigillato i lati lunghi con i rebbi di una forchetta.


Passiamo al composto del secondo strudel.

Qui mi sono ricordata che avevo dei torroncini di quelli bianchi, incartati singolarmente.
Li ho frantumati con il batticarne con tutto l'involucro, così non sarebbero scappati per tutta tutta la cucina, ho aperto un barattolo di pesche sciroppate della Valfrutta che erano una meraviglia, ho preso solo 3 mezze pesche, le ho sgocciolate con cura e le ho ridotte a dadolini.
In ultimo ho aggiunto, mi sentivo grandiosa, anche un piccolo e profumatissimo fondo di dadini di cedro candito.



Ho arrotolato anche questo strudel, procedendo come per l'altro facendo su ambedue dei tagli paralleli e obliqui.

Forno preriscaldato e ventilato: 180° per circa 30'.

Le foto sono di fortuna perché sono state fatte mentre a tavola i commensali aspettavano con coltello e forchetta.

Per questa volta spero di essere perdonata!!!